Puglia, al via il Festival del cinema indipendente

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Scazzamurreddu
view post Posted on 25/11/2010, 22:50




CITAZIONE
di Luana Salvatore

Si è aperta sabato scorso a Foggia la decima edizione del Festival del Cinema Indipendente, non solo una Festa del Cinema mna la celebrazione di molte le espressioni artistiche: mostre d’Arte, laboratori, dimostrazioni di camouflage e prove di trucco cinematografico, proiezioni di Film, musica, performance teatrali, laboratori creativi di disegno ed un workshop di moda. Addirittura le Winx per la gioia dei più piccoli e naturalmente un incontro d’autore, con Sergio Rubini (in foto) per la presentazione di un libro biografico a lui dedicato, intitolato 10 Sergio Rubini.

Il libro, scritto a due mani dal giornalista Fabio Prencipe e dal professor Anton Giulio Mancino, celebra la realizzazione del suo decimo film da regista, ripercorrendo l’intensa e proficua carriera come autore e attore, dal suo viaggio dalla Puglia a Roma in cerca di fortuna, ai grandi successi come Il Viaggio della Sposa, L’Amore ritorna e La Terra. Il testo contiene numerosi interventi critici, una lunga intervista e una filmografia critica completa. Rubini durante l’incontro al Festival del Cinema di Foggia, parla con disinvoltura della sua nuova fase di maturità artistica, con i dubbi e le perplessità di chi ha comunque fatto il suo tempo e raggiunto una certo traguardo professionale e nonostante l’intramontabile entusiasmo e la passione per il suo lavoro, deve, seppur con una punta rammarico, confrontarsi con le nuove esigenze di mercato più orientate al mezzo televisivo e le future promesse del Cinema, come Riccardo Scamarcio.

Per Rubini il mestiere di attore si realizza durante il set, l’atmosfera che si vive è molto particolare e potrebbe esistere a prescindere dal prodotto filmico su pellicola o DVD, tanta è la gratificazione a partecipare al set, proprio perché consente all’attore la possibilità di vivere diverse ‘vite’ e situazioni. E’ magico il Cinema, con un fascino tutto diverso rispetto al piccolo schermo. Curioso infatti un momento durante l’intervista, in cui Rubini narra di aver lavorato ad uno sceneggiato televisivo molto impegnativo, che sarebbe andato a concorrere in termini di audience televisiva, con il fortunato serial tv Commesse. Tanto era alta l’attenzione commerciale su quel tipo di fiction, da dover rinunciare per la produzione che aveva ingaggiato Rubini come autore per lo sceneggiato decisamente più fuori target. Sergio Rubini incoraggia così le istituzioni e lo Stato a dare più spazio alla Cultura e soprattutto a sostenere tutte le forme autentiche di Arte per fronteggiare quelle che sono ormai carnivore leggi del mercato nelle Arti Visive. Ma come convive Rubini, del duplice aspetto del suo lavoro, dal dietro le quinte come autore e regista a quello di protagonista di una storia, nel ruolo di attore?

“Adesso - dichiara il regista - non ho rammarico, eppure questi due mestieri vissuti contemporaneamente ti portano uno da una parte ed uno dall’altra, tanto che riuscire a coniugarli è espressione di una schizofrenia conclamata. Una schizofrenia nella quale mi crogiolo. Per quanto mi riguarda devo costantemente riuscire a tenere vivace queste due figure dentro di me. E quando mi chiedono cosa preferisca tra le due me la cavo sempre con una risposta generica non essendo ormai in grado di scegliere veramente. Fanno tutte e due parte della mia storia”.

In chiusura della serata il tanto atteso concerto di Max Gazzè, questo festival lo vede proprio quale straordinario co-protagonista -quasi muto- nel film di Rocco Papaleo, Basilicata Coast to Coast, in proiezione fuori concorso al Festival del Cinema di Foggia. Ho avuto il piacere di scambiare con lui due chiacchiere nei corridoi dello spazio fieristico dove si tiene l’intera manifestazione, al volo abbiamo parlato del destino del Cinema, della Musica e delle Arti in generale.

Secondo te il cinema ha un futuro nel mercato in questo momento di crisi?
“I momenti di crisi sorgono apposta per rivalutarne il modo per uscirne. Se c’è una crisi in questo momento riguarda senz’altro gli aspetti economici e non di sicuro delle idee. Non possiamo parlare certo di crisi del Cinema o della Musica, si parla di crisi di quelli che sono gli elementi tecnici di divulgazione. Durante una crisi economica le Arti sono quelle che ci rimettono per prime, i fondi sono sempre tagliati e la Cultura un po’ messa da parte. Ma ritengo che ci sia speranza, che il momento sarà superato e arriverà un momento in cui si potrà prendere di nuovo possesso delle Arti e della Cultura”.

Cosa ti senti di dire ai giovani che intendono addentrarsi nel mondo del Cinema piuttosto che in quella della Musica, di farlo proprio come mestiere?
“Consiglio di proseguire mantenendo integra e viva la passione in quello che si fa, non lasciarsi abbattere di quelle che sono le difficoltà iniziali, ma cercare di superarle”.

Cosa ne pensi dei talent show?
“In generale ne penso bene, è di certo un momento di passaggio. Il talent show è un programma televisivo che deve fare audience televisiva, ma non è la realtà della musica, sicuramente”.

Ritieni che sia penalizzante, per un cantautore come te che scrive e compone, confrontarsi con questi nuovi aspetti del mercato?
“Mah… non mi pongo il problema, nel senso che io devo andare avanti per la mia strada e non ritengo che sia penalizzante, è solamente diverso. Certo per chi deve ancora iniziare, accedere ad una carriera e un percorso lavorativo nella musica, confrontandosi con chi fa talent show è un po’ limitante”.


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Fonte: rollingstonemagazine.it

 
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