Castiglione d’Otranto (Lecce). Cripta dello Spirito Santo

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sarmenula
view post Posted on 29/8/2010, 15:09




CITAZIONE
La cripta dello Spirito Santo è ubicata alla periferia occidentale di Castiglione d’Otranto, in località Casaranello, circa 80 metri a nord dalla cappella di Santa Maria Maddalena. La zona, nota a metà ‘700 con il toponimo Le Pozze [1], si trova in prossimità di un incrocio stradale molto importante, dove si svolge annualmente la fiera di Santa Maria Maddalena[2]. Non a caso le chiese-cripte e i santuari, a partire dal Medioevo, erano considerati un vero e proprio punto di riferimento, di convergenza e di incontro tra le diverse comunità rurali di un determinato territorio, in occasione di festività religiose e di fiere[3].

La cripta dello Spirito Santo è un luogo di culto strettamente legato alla fede e alla devozione della piccola comunità rurale di Castiglione d’Otranto; numerosi elementi – infatti – portano ad escludere, in questo caso, una committenza connessa con la presenza nell’area di monaci italo-greci[4].

La sua struttura architettonica, che si sviluppa nelle formazioni geologiche pleistoceniche, è molto semplice – non ci sono absidi – ed ha subìto dei rimaneggiamenti a seguito di recenti restauri[5]. È costituita da un ambiente a pianta quadrangolare e da un piccolo dromos-corridoio.
L’accesso avviene attraverso un lungo corridoio laterale, realizzato nel corso degli ultimi restauri. Si scende – per mezzo di alcuni gradini – direttamente nel vano ipogeo, di modeste dimensioni (largh. 5 m., lungh. 4 m.). Il soffitto della cavità si presenta piano e abbastanza regolare (altezza media: 2,10 m.).


Il piano di calpestio è costituito dal banco di roccia. Al centro dell’ambiente è collocata una colonna-pilastro,

che presenta una base quadrata, un fusto di forma ottagonale con una piccola cavità centrale e un capitello quadrangolare appena sbozzato, che funge da collegamento tra la colonna e la volta.

Il soffitto si caratterizza per la presenza, immediatamente a nord dell’ingresso attuale, di un pozzo-luce (lucernaio)
di forma ellissoidale: si tratta di un particolare che si riscontra in numerosi frantoi ipogei salentini. Intorno alle pareti corre un gradino-sedile, largo mediamente 40 cm.

Numerosissime sono, inoltre, le piccole nicchie che fungevano da portalucerne o portacandele, come attestato dalle pareti annerite dal fumo.



L’altare è stato collocato nella parete orientale della cripta. Esso è costituito da un unico blocco di pietra, alto 1,20 m., largo e profondo circa 1 m. Alle sue spalle si conservano le tracce di un affresco di cui, nonostante le pessime condizioni di conservazione, si possono riconoscere due figure in piedi su una sfera, una delle quali sembra portare con sé una croce. Questo affresco, recentemente restaurato da don Vittorio Corvaglia, rappresenta il Mistero della Trinità: il Padre (raffigurato con il triangolo sulla testa), il Figlio (seduto o crocifisso) e lo Spirito Santo (rappresentato sotto forma di una colomba). La Sfera, sulla quale è riprodotta la figura del Padre, indica la Terra, dove è stato inviato lo Spirito Santo. Questa iconografia è riferibile cronologicamente al XVII/XVIII secolo.

Dall’angolo Sud-Ovest della caverna si apre un breve cunicolo (lunghezza 4 m., larghezza 1,50 m.), che costituiva l’ingresso originario alla cripta, chiuso a seguito dei restauri. Si conservano ancora otto dei gradini che consentivano l’accesso dal piano stradale. Anticamente era collocata, all’ingresso della cripta, una soglia di pietra leccese, che i pellegrini non dovevano in alcun modo calpestare. Il corridoio, prima degli interventi, risultava scoperto in corrispondenza dei primi due gradini, poi si inoltrava nella roccia; attualmente è coperto da una volta realizzata in conci di “tufo” contrapposti, che si appoggiano ai muri laterali.



La tradizione locale narra che questa cripta è stata da tempi immemorabili meta di pellegrinaggi di penitenti, che vi si recavano – talvolta trascinandosi addosso grosse pietre – per ricevere il perdono dei propri peccati[6].

Degna di nota è la presenza, nelle immediate vicinanze, di diversi frantoi ipogei. La cripta dello Spirito Santo – quindi – potrebbe essere interpretata come una cavità originariamente scavata per realizzare proprio un frantoio, convertita in seguito in luogo di culto.

FONTE:Spigolature Salentine

Autori e pagine sul Salento e per il Salento

PARTICOLARE ALTARE CON AFFRESCO:



ENTRATA CRIPTA:






 
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