Festa di San Rocco Torrepaduli Le

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Scazzamurreddu
view post Posted on 15/8/2010, 12:43




CITAZIONE
La festa è uno dei momenti di maggiore aggregazione per l’intero Salento. E’ un rito antico, forse arcaico, considerate le movenze della danza pizzica e paradossalmente moderno, visto che riesce a richiamare migliaia di giovani. San Rocco guaritore. San Rocco pellegrino, ma soprattutto San Rocco amato e venerato a Torrepaduli più che altrove.
E’ un Santo di origine francese (1295-1327), che nei secoli ha guarito da uno dei morbi epidemici più pericolosi e temuti: la peste bubbonica. La tradizione agiografica ci dice che San Rocco, grazie alla sua fede e alla sua carità è riuscito a portare la salvezza in una epidemia che funestò l’Italia del Nord durante il XIV secolo. Si prodigò, infatti, come volontario in una Piacenza stremata dal morbo che la colpì nei primi del ‘300. Un Angelo, per divina riconoscenza, gli predisse che sempre sarebbe stato soccorritore nella peste: "Eris in peste patronus".
Ancora oggi, durante la tradizionale fiera di San Rocco, è possibile acquistare il tradizionale ventaglio con l’effigie del Santo, le zagareddhe (nastri colorati) con cui adornare le biciclette, le moto ed i riccioli dei bimbi, portati a spalla dai genitori nella calca della fiera, la copeta (un tipo di ottimo torrone) e ristorarsi consumando il pezzetto (pezzi di carne preparati con gustosi intingoli), quindi ritornare a casa portando il proprio fazzoletto passato sulla statua del Santo in segno di benedizione.

La tradizione del 15 agosto

La Danza Scherma salentina o Danza delle Spade è un genere di danza che con ogni probabilità risale ad epoche lontane.
La si può osservare dal tramonto del 15 Agosto all’alba del 16 Agosto nello spazio antistante il Santuario di San Rocco in Torrepaduli in occasione della festa in onore del Santo.
Il ballo è costituito da un complesso rituale accompagnato dal suono di armoniche a bocca e degli immancabili tamburelli. I movimenti mimano un combattimento con i coltelli, (si narra che un tempo, venissero veramente utilizzati), simbolicamente sostituiti dall’uso di una forte gestualità delle mani (la punta dell’indice e del medio protese) e attraverso ampie movenze delle braccia. Quindi i danzatori si sfidano in una sorta di duello rusticano.
Lo scopo della danza è cercare di colpire (è più uno sfiorare in verità) l’avversario, e ogni gesto, simula i movimenti tipici della lotta con i coltelli, seguendo fasi fisse del combattimento: provocazione, attacco, difesa, finte, colpi proibiti. Altre regole del combattimento sono: non voltare mai la schiena all’altro, essere sempre vigili e tenere bene le distanze. Sono coinvolti solo due ballerini che, vengono sostituiti uno per volta da qualcuno del pubblico.
Il pubblico, costituito generalmente da turisti, curiosi o devoti, fa cerchio intorno ai suonatori e ai ballerini, formando le cosiddette ronde e accompagnando la musica, battendo vivacemente le mani, canticchiando e ridendo.

Fonte: www.repubblicasalentina.it

 
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