ITINERARIO ATTRAVERSO LE TORRI COSTIERE DEL SALENTO

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sarmenula
view post Posted on 12/7/2010, 09:59




CITAZIONE
A picco sul mare il fascino antico delle torri costiere del Salento
Strade da vivere: il fascino antico delle torri costiere salentine
di Elio Paiano



Un affascinante itinerario attraverso le fortificazioni sullo Jonio e sull’Adriatico

La storia delle fortificazioni pugliesi inizia in tempi remoti: “specchie”, “aggeri” di pietre e mura megalitiche lo testimoniano ancora oggi. Ci sono i castelli di Puglia, ma spesso ci si dimentica delle torri costiere. Sulle coste della Puglia una serie di torri si rincorre all’infinito, si arrampica sulle alte scogliere che vanno da Otranto a Leuca, si adagia sul basso e sabbioso litorale ionico da Ugento a Nardò, prosegue per Taranto, ritorna dal Gargano a Trani, da Bari a Brindisi, da San Cataldo agli Alimini.

E’ un itinerario affascinante, da percorrere più volte. Ricercando nel passato l’origine di queste costruzioni a picco sul mare si scopre che i Romani cosparsero di fari il Mediterraneo, torri altissime rimaste per secoli nella memoria dei popoli. Ma oggi nessuno può dire con certezza quante fossero quelle di Puglia, né dove fossero, quelle che oggi vediamo hanno tutt’altra origine. La loro storia comincia dopo, al tempo dell’invasione dei Longobardi, è allora che i Bizantini erigono il “Limes dei greci” che da Otranto arriva fino a Taranto.

Tra Ostuni e la Valle d’Itria ne sopravvivono (secondo alcuni) diversi frammenti. Poi, dopo il sacco di Otranto, è l’impegno eccezionale degli Spagnoli a spingere per le fortificazioni costiere: Carlo V, don Pedro Giron, ma soprattutto don Parafan de Ribera che vara un piano organico delle fortificazioni costiere per contrastare la minaccia musulmana. Qui accade un fatto prevedibile, costruire in ogni parte di costa, quasi in ogni approdo una torre è un’impresa così gravosa che nessun impero, tantomeno quello spagnolo, può portare a termine facilmente. Così nasce uno dei tanti compromessi all’italiana: il privato che ne acquista o ne erige una è nominato “capitano di torre”; questo comporta il privilegio di riscuotere alcuni dazi, ma anche l’onere di occuparsi della manutenzione della struttura difensiva stessa, aiutato da sporadici finanziamenti imperiali o di una “Universitas” interessata alla struttura.

Oggi, davanti a queste opere, ripensiamo alla vita del capitano di torre, intento, con tutta la famiglia, a scrutare giorno e notte il mare per dare l’allarme nell’entroterra: tranquillo durante le mareggiate, pensieroso ed impaurito negli altri giorni. Egli poteva sperare nel naufragio di qualche mercantile che, per l’aiuto ricevuto, ricambiava con i tesori della sua stiva; ancora oggi si narra delle ricchezze accumulate in questo modo dai proprietari della Torre della Orte di Otranto; della “befana” arrivata durante la guerra a Gallipoli sotto forma di un mercantile inglese che trasportava dolci e giocattoli; del tesoro di Castro fatto di gioielli e monili. Accanto ad essi si contrappongono episodi significativi di secolare terrore: il sacco di Otranto, la vergine di Castro, la presa di Bari, la distruzione di Brindisi. Gli assedi erano frequenti, potevano durare giorni o settimane e non sempre arrivavano i soccorsi.

Quella delle coste pugliesi è una storia così lunga che porterebbe via tutta una vita per raccontarla. Il fascino di queste torri è anche questo, ma non solo. Le coste erano malsicure, nelle masserie si accumulavano immense ricchezze: il bersaglio preferito sia dai pirati musulmani, che dai briganti locali. L’idea di contrastare “l’impero dei pirati” musulmani con poche navi e tante torri si rivelò sbagliata, soprattutto in presenza di celebri condottieri come Dragut e Bek Kerosit. Terrori dei mari, furono in grado di conquistare interi regni. Ancora si narra dell’arrivo di Dragut a Torre Vado e Torre Pali, di Bek Kerosit ad Otranto o della “pigghiata ca fiera li turchi” a Castro nel 1537. La Torre di Naspre nasconderebbe il “cavalier turchino” lì rinchiuso da secoli per beffare la morte. Basta andare da Brindisi a Leuca, oppure da qui a Taranto per vedere posti di una bellezza struggente. Si rincorrono luoghi da favola come Torre Guaceto, Roca Vecchia, la Torre del Serpe, Torre Sant’Emiliano, Torre di Naspre, Torre Palane e Torre degli Uomini Morti. E poi, risalendo lo Jonio, Torre Vado, Torre Sabèa, Torre Santa Caterina, le Quattro Colonne, Torre di Uluzzo, Torre Sant’Isidoro, Torre Squillace, la Torre di San Pietro in Bevagna. In ognuna di esse, ma anche in molte altre che qui non sono menzionate sopravvive un misto di struggente bellezza e secolare terrore, erano le torri a difesa della Terra d’Otranto, terra di frontiera sul Mediterraneo.



Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 12 maggio 2006.
Autore: Elio Paiano

 
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